Ogni vita è un capolavoro: anziani e malati «opere d’arte»

Nel 2017 si è tenuta la prima edizione dell’Alzheimer Fest a Garivate, festival dedicato alle persone più anziane, spesso non al centro di eventi sociali ed artistici, nel nostro mondo attuale, veloce e tecnologico. Da questa manifestazione prende spunto una mostra denominata «Ogni vita è un capolavoro» ideata dall’Israa, Istituto per servizi di ricovero e assistenza agli anziani, esposta presso Palazzo 300, a Treviso. La particolarità di tale iniziativa è che si sono riprese alcune opere d’arte famose sostituendo però i personaggi dei quadri con gli anziani malati di Alzheimer ospiti della struttura.

Volti, corpi, anime di coloro che vivono tutti i giorni all’interno dell’Israa, trasformati in opere di Klimt, Matisse, Van Gogh, Modigliani, Caravaggio, Piero della Francesca, e molti altri. Sono stati realizzati 33 ritratti, con 41 anziani che si sono immedesimati nei personaggi, naturalmente la scelta è stata fatta non a caso, ma per caratteristiche comuni e per le storie di ciascuno.

Il progetto è stato sviluppato nella casa di riposo Menegazzi, che è stata trasformata con cura in un vero e proprio set fotografico tra giugno e agosto 2018, sotto la guida di due fotografi professionisti: Bruno De Martin e Roberto Volpin, e con l’aiuto di molte persone come residenti, operatori, professionisti, tirocinanti, volontari. Per riprodurre le opere, inoltre, sono stati utilizzati abiti e accessori di recupero e abiti di scena di una compagnia teatrale.

Questa mostra racchiude in sé un messaggio importante, poiché ricorda il valoredegli anziani nella nostra società e in generale, ancor di più perché anziani con difficoltà e patologie neurodegenerative; la tematica dell’iniziativa invita prima di tutto a vederli ed a permettere loro di esser visti, a poter essere guardati anche in un modo nuovo, meno stereotipato e chiuso in tristi e rigidi «gabbie» di inattività e passività, riconoscendoli invece nuovi protagonisti con una propria unicità e dignità. Seppur le opere siano riprodotte, tornano ad essere uniche grazie alla diversità negli sguardi degli anziani, nelle posture, nei loro sorrisi. Ognuno di questi volti esprime la propria individualità e il proprio percorso di vita. «Se non riuscirete a distinguere le loro malattie», afferma il direttore dell’Israa Giorgio Pavan, «allora avremo raggiunto il nostro obiettivo».

Elena MILETTO

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